Cioccolato ai bambini: il punto di vista di una dietista pediatrica
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Se c’è una cosa che davvero non cambierà mai è la nostra capacità di domandarci se un determinato alimento farà bene (o male) per i nostri figli. E se poi si parla di cioccolato da proporre ai bambini, diciamocelo, le discussioni diventano fin troppo accese: c’è chi si schiera indiscriminatamente a favore della condivisione di questo alimento, e chi lo proibisce nel modo più assoluto. Più spesso, però, ci si trova tra questi due fuochi e… che fare? Insomma, che si tratti di un uovo con sorpresa, di tavolette multigusto o di praline dalle carte coloratissime, come si deve comportare un genitore consapevole? È possibile condividere il cioccolato con i più piccoli? E se sì, come e quando proporlo? Te ne parlo in questo articolo!
Ma prima di cominciare a parlare di cioccolato condivido con te una doverosa considerazione che ho già confidato agli iscritti alla mia newsletter. Nel tempo ho decisamente ammorbidito la mia posizione di professionista: ecco… l’ho detto! Se mi conosci da un po’, saprai certamente che spesso ripeto questa frase:
La perfezione non abita la casa di nessuno… nemmeno quella di una dietista!
… e quale migliore occasione di quella di oggi, in cui mi ritrovo a parlarti di come proporre il cioccolato ai bambini, per spiegarti cosa intendo?
Ah, la mia newsletter è lo spazio virtuale completamente gratuito dedicato alla salute e alla sana alimentazione di tutta la famiglia, in cui condivido un’informazione scientifica accurata e il mio pensiero di dietista pediatrica, ma anche di mamma di due gemelle!
Considerazioni nutrizionali sul cioccolato e Linee guida
Adesso veniamo all’argomento di oggi: è opportuno dare il cioccolato ai bambini? Secondo le Linee guida per una sana alimentazione che guardano alla salute dei più piccoli, il cioccolato può far parte di una dieta equilibrata… se consumato con moderazione [1].
Questo alimento, specie se di buona qualità, è ricco di antiossidanti, ma apporta anche una discreta quota di ferro e magnesio. Tuttavia, come per tutto ciò che riguarda la nutrizione, la chiave sta nella quantità: è opportuno, infatti, che venga trattato come ci si aspetterebbe per un dolce, ovvero limitando le frequenze di consumo ed includendolo all’interno di stili alimentari equilibrati [1].
Ho già parlato in un precedente approfondimento di come proporre i dolci pensati per i bambini all’interno della loro alimentazione, per cui non mi dilungherò su questo tema. Desidero solo ricordarti che non c’è alcuna ragione per proibire in modo categorico questa tipologia di cibi ai piccoli di età superiore ai due anni, ma è molto più utile insegnargli che esistono modi e tempi adeguati per mangiare il cioccolato.
Cioccolato ai bambini in svezzamento: sì o no?
Sai che non è opportuno condividere dolci con i bambini in svezzamento, ma conosci anche il motivo per non farlo? La ragione che legittima questa raccomandazione è la presenza degli zuccheri aggiunti [2-4]. Questi composti devono essere evitati nella dieta dei bambini per diverse ragioni, tra cui:
- forniscono una quota energetica che è meglio sia occupata da altri alimenti, ricchi di vitamine a minerali. Alimenti che apportano naturalmente zuccheri e che sono di gran lunga da preferire sono la frutta e la verdura fresca, ma anche i latticini o i loro sostituti vegetali;
- educano i bambini ad un gusto decisamente troppo dolce, che non è proprio di un’alimentazione fondata su alimenti frugali e poco lavorati, come invece è raccomandato dalle Linee guida per una sana alimentazione.
I lattanti hanno necessità di soddisfare i loro fabbisogni nutrizionali con una quota non trascurabile di proteine, omega-3, vitamine preziose e minerali indispensabili per la crescita. E nessuno di questi composti si trova negli zuccheri aggiunti!
Considerando tutti questi punti, mi sento di dire che i bimbi in svezzamento non hanno alcuna necessità di mangiare del cioccolato ma, anzi, è bene non condividerlo con loro!
Bambini sopra i 2 anni
Terminato il periodo dello svezzamento, i nostri piccoli possono certamente avere più occasioni per avvicinarsi al buonissimo mondo del cioccolato. Ti ricordo che, anche in questo caso, la quantità da condividere con i bambini deve essere limitata, sia in termini di frequenza, sia in termini di quantità [1].
E non è una questione di semplice educazione al gusto: nei paragrafi precedenti, infatti, non ho ribadito che il cioccolato contiene sostanze caratteristiche, come la caffeina e la teobromina, che agiscono sul sistema nervoso con un’azione stimolante. Questi composti possono scatenare, soprattutto se ingeriti in quantità considerevoli dai più piccoli, effetti avversi a carico di stomaco, intestino e sistema nervoso, come nausea, vomito, tremori, sudorazione e mal di testa severi [5].
Meglio in abusarne!
Come scegliere un cioccolato di qualità
Ad accompagnare il concetto di quantità espresso dalle Linee guida, c’è anche quello di qualità. Un cioccolato di qualità è un alimento che non ha nulla a che vedere con i dolciumi stracolmi di zuccheri e aromi variegati, ma possiede delle caratteristiche tipiche:
- un tenore elevato di cacao, che riconosci nella lista degli ingredienti dalle diciture “cacao”, “burro di cacao” e “massa di cacao”;
- un ridotto quantitativo di zuccheri – e l’assenza di dolcificanti, mi raccomando! Per capire se il cioccolato che stai pensando di condividere con tuo figlio sia a ridotto contenuto di zuccheri ti svelo un trucco: nella lista presente sulle confezioni, gli ingredienti sono riportati in ordine decrescente, da quello che occupa la maggior percentuale dell’impasto a quello che si trova in minor misura. Lo zucchero in un buon cioccolato è bene che si trovi nelle ultime posizioni, di solito immediatamente prima di eventuali aromi naturali o, ancora meglio, all’ingrediente che per me fa la differenza, le bacche di vaniglia;
- nessuna tipologia di grassi idrogenati aggiunti, ma con una quota di burro di cacao eventualmente ben rappresentata.
La mia visione di dietista pediatrica
E adesso veniamo alle mie considerazioni di dietista esperta in alimentazione pediatrica. La faccio breve: credo che insegnare ai bambini a gustare il cioccolato come parte di una dieta varia ed equilibrata sia fondamentale.
Dopotutto siamo nel periodo dell’anno in cui è facile ritrovarsi con più cioccolato del solito complice il tripudio di uova con sorpresa che affollano gli scaffali del supermercato. Chi può resistere a quelle meraviglie dalle sorprese intriganti, tutte da condividere con amici e parenti? Di certo non io! E non perché questo alimento apporti dei benefici nutrizionali significativi per la salute, ma perché è la modalità tramite cui si consuma a fare la reale differenza. Vedi: il piacere del cibo non ha nulla a che vedere con l’abitudine al consumo indiscriminato di ciò che più ci piace!
E insegnarlo ai più piccoli è importantissimo: ecco come ti suggerisco di comportarti!
I primi assaggi
Ti dicevo che le attuali raccomandazioni scoraggiano dal condividere il cioccolato con i più piccoli. Dal canto mio, sono assolutamente d’accordo se parliamo dei bimbi al di sotto dei 6 mesi di età, in quanto lo svezzamento deve essere avviato non prima di questa data [6].
La mia posizione è decisamente più morbida se parliamo di piccoli che hanno iniziato l’alimentazione complementare e che si trovano a condividere la tavola con la famiglia. Immagina la scena: alla presenza di fratelli e sorelle maggiori, oppure in un momento di convivialità e festa, i piatti che sfilano davanti ai piccoli palati includono del cioccolato che, vuoi la curiosità, vuoi che tutti gli altri lo mangiano con soddisfazione, ingolosisce anche chi si approccia al cibo con i primi assaggi. Allora, come ti comporti?
Ti dico quello che farei io: permetterei anche ai bimbi in svezzamento di assaggiarne un po’! Questa esposizione sporadica e limitata non è minimamente paragonabile ad un consumo quotidiano o settimanale di dolci! La curiosità dei più piccoli, anzi, potrà stupirti: c’è chi lo gradirà più che volentieri, chi lo tollererà a mala pena, e chi proprio non ne vorrà sapere. E questo perché i gusti dei nostri bimbi si stanno sviluppando non solo sulla base della loro naturale predisposizione alla ricerca dei sapori dolci, ma anche in funzione dall’esposizione ad alimenti sani e ricchi di sopore!
Cioccolato ai bambini in età prescolare e scolare
In quanto genitori, il nostro approccio al cibo e all’alimentazione assume un valore indispensabile per come i bambini si comporteranno a loro volta nei confronti delle stesse tematiche [7].
È fondamentale insegnare loro che nulla è vietato e che gli alimenti, se graditi, possono entrare nella dieta familiare: dopotutto, la chiave per un sereno rapporto con il cibo è, ancora una volta, la varietà.
Come coinvolgere il tuo bambino in un percorso di educazione alimentare
L’educazione alimentare si costruisce giorno dopo giorno con azioni quotidiane efficaci e ripetibili, motivate da valide ragioni che – te lo assicuro – i bambini faranno loro molto facilmente, anche da piccolissimi.
Fai così per aiutare tuo figlio a sviluppare un sano rapporto con gli alimenti, in generale, e con i dolci, in particolare:
- Scegliete insieme il cioccolato, privilegiando quelli con un alto tenore di cacao. Se non sai come scegliere un uovo di cioccolato con ingredienti di qualità, ti lascio un reel che ho condiviso sul mio profilo instagram, ma il discorso è valido per qualsiasi forma di cioccolato: barrette e cioccolatini dalle fattezze variegate inclusi.
- Stabilisci dei momenti specifici per gustare questo alimento. Che si tratti di festività o di occasioni di serena condivisione, la cosa importante è trasformare i momenti in cui mangiate tutti insieme in un’esperienza piacevole e consapevole;
- Il cioccolato non è un premio e non mangiarlo non è una punizione: trattalo allo stesso modo di altri alimenti. Ricorda: i dolci non sono una ricompensa ma un’occasione per condividere esperienze e ricordi;
- Educa il gusto del tuo bambino scegliendo un cioccolato di qualità: ai più piccoli è assolutamente raccomandato avvicinarsi ad un ventaglio di sapori ampio e variegato, che stimoli il palato e rispetti l’esplorazione di sapori e texture inediti e non scontati;
- Scegli il cioccolato come ingrediente per arricchire preparazioni e spezzare la monotonia. Con il cioccolato puoi ricoprire della frutta, aggiungerlo ad uno sugo di verdure – so che non mi credi, ma un quadratino di cioccolato disciolto durante le ultime fasi della cottura di verdure stufate dona un retrogusto sofisticato apprezzato da tutti! –, impiegarlo per dare un twist in più alla granola o ad uno yogurt bianco… ma gli abbinamenti, anche i più inverosimili, sono infiniti!
Raccontare il cibo in famiglia: no a esagerazioni e a tabù, sì a organizzazione in cucina!
Consiglio sempre alle famiglie che si rivolgono a me per una consulenza che non è funzionale tenere in casa quantitativi di cioccolato esagerati, anche se riposti con cura dentro la dispensa o conservati in frigorifero per contrastare le temperature elevate della bella stagione. Il momento di condivisione è, appunto, un momento limitato nel tempo e nella frequenza. Verranno altre occasioni in cui si potrà condividere qualcosa di buono, ed optare per altri alimenti – anche altri dolci, se lo si desidera – che permetteranno al bimbo di assaporare cose nuove, di condividerle e di renderle un tesoro prezioso fatto di memoria ed esperienze.
Ma allora come conservare il cioccolato in eccesso e organizzare la cucina al meglio? Se non lo sai – e ti trovi con davvero troppo troppo cioccolato per casa – le famose uova, ma anche le tante altre varianti di cioccolato come tavolette e praline possono essere benissimo conservate in freezer. Saranno pronte a diventare parte di manicaretti deliziosi, anche a distanza di mesi: ti ho rivelato come faccio io in un reel dedicato!
Insomma, il cioccolato non deve essere un tabù, ma un piacere da gustare. Il tuo ruolo di genitore è quello di insegnare a tuo figlio il valore della qualità, della moderazione e della gioia di avvicinarsi a tutti gli alimenti che fanno parte dello scenario familiare. Concludo invitandoti a considerare un ultimo punto: non esiste un cioccolato più sano degli altri, ma un cioccolato per te più gradito.
Ti è più chiaro, adesso, il mio motto “La perfezione non abita la casa di nessuno… nemmeno quella di una dietista”? Penso proprio di sì!
Inoltra questo articolo con chi desideri condividere queste preziose informazioni e lasciami un commento nella sezione dedicata o sui miei canali social: il confronto con la tua esperienza è sempre un momento prezioso di crescita!
Bibliografia e sitografia
[1] Piramide alimentare transculturale. Società Italiana di Pediatria. Consultato il 26 marzo 2024 via https://sip.it/wp-content/uploads/2017/10/POSTER_PIRAMIDE.pdf.
[2] Linee guida OMS sul consumo di zucchero. Guideline: sugars intake for adults and children. Consultato il 26 marzo 2024 via https://www.who.int/publications/i/item/9789241549028
[3] The American Academy of Pediatrics | Policy statement. Apr 2019. Public Policies to Reduce Sugary Drink Consumption in Children and Adolescents. Consultato il 26 marzo 2024 via https://publications.aap.org/pediatrics/article/143/4/e20190282/37217/Public-Policies-to-Reduce-Sugary-Drink-Consumption.
[4] EFSA. 2022. Plain Language Summary. Supporting Information of the Tolerable upper intake level for dietary sugars. EFSA Journal 2022;20(2):7074 DOI: https://doi.org/10.2903/j.efsa.2022.7074. Consultato il 26 marzo 2024 via https://efsa.onlinelibrary.wiley.com/action/downloadSupplement?doi=10.2903/j.efsa.2022.7074&file=efs27074-sup-0016-Annex-P.pdf.
[5] Tarka SM Jr. The toxicology of cocoa and methylxanthines: a review of the literature. Crit Rev Toxicol. 1982;9(4):275-312. doi: 10.3109/10408448209037495. PMID: 6765610.
[6] Linee guida OMS sull’alimentazione complementare. WHO Guideline for complementary feeding of infants and young children 6-23 months of age. Consultato il 26 marzo 2024 via https://www.who.int/publications/i/item/9789240081864.
[7] Jansen, E., Mulkens, S., & Jansen, A. (2007). Do not eat the red food!: prohibition of snacks leads to their relatively higher consumption in children. Appetite, 49(3), 572–577. https://doi.org/10.1016/j.appet.2007.03.229.
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