Dolci per bambini: come e quando offrirli 


Dolci per bambini: come e quando offrirli 
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Dolci per bambini: come e quando offrirli 

Tempo di lettura: 10 minuti

Se mi conosci da un po’ di tempo ti sarai accorto che amo arricchire la sezione del mio blog con ricette adatte ad ogni età e di certo non mancano quelle pensate appositamente per proporre anche ai più piccoli qualcosa di più dolce e sfizioso. So cosa stai pensando: «“Dolci” e “bambini”? Sul sito di una dietista specializzata in alimentazione pediatrica? Ci deve essere un errore!». No, mio caro genitore: nessun errore! La parte dei dolci per bambini è un capitolo della sana alimentazione che amo trattare perché ospita ancora troppi falsi miti e credenze che non tutelano la salute dei nostri figli.

Certo: tutti noi siamo a conoscenza che i bambini non debbano mangiare dolci con regolarità. Anzi, è la stessa OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) a raccomandare di non aggiungere zucchero agli alimenti proposti a chi ha meno di 2 anni, ma anche di limitare quanto più possibile il consumo dei cosiddetti zuccheri aggiunti entro e non oltre il 10% del fabbisogno calorico giornaliero fino ai 9 anni di età. Ora, senza stare lì a tirar fuori la calcolatrice per mettersi a risolvere equazioni complicatissime, la soluzione te la do io con una regola – se così vogliamo chiamarla – semplicissima: è bene che il palato dei più piccoli non incontri alimenti smaccatamente melensi e non vengano serviti cibi con zuccheri aggiunti al loro interno. Ma nelle occasioni delle feste, dei compleanni e delle celebrazioni come ci si deve comportare? In altre parole: come e quando offrire dolci ai bambini?

In questo articolo ti darò la risposta a queste domande e 3 consigli pratici che ho stilato per aiutarti al meglio con i dolci preferiti dai tuoi bambini! Cominciamo!

Dolci e bambini: la chiave per una sana alimentazione è nella giusta via di mezzo

Dalla mia esperienza di nutrizionista pediatrica ho appreso che le famiglie si dividono in due grandi categorie: quelle che non propongono alimenti contenenti zucchero aggiunto fino all’inevitabile incontro con la prima torta di compleanno mangiata alle elementari e quelle che, invece, «Che vuoi che succeda a mettere il famoso biscotto nel biberon?». Questi due comportamenti diametralmente opposti, a mio modo di vedere, sono ugualmente dannosi.

Anche se le ragioni che motivano mamme e papà possono essere diverse, infatti, il passo perché i piccoli instaurino un cattivo rapporto con il cibo è brevissimo in entrambi i casi. Vediamo perché.

Il dolce porta a ricercare il dolce

Iniziamo dalle famiglie che fanno parte del secondo gruppo di cui ti ho parlato nel paragrafo precedente. Queste sono inconsapevoli dei rischi di un’esposizione ripetuta ed eccessiva ad alimenti dolci. Se vuoi approfondire l’argomento, in un precedente articolo ti ho spiegato in breve perché i dolci (o, meglio, lo zucchero contenuto nei dolci, in qualunque forma lo si trovi, anche miele, sciroppo d’acero, zucchero di canna – che sono solitamente e a torto ritenuti “più salutari”) non sono alimenti da proporre, se non occasionalmente, nella dieta dei più piccoli. Qui, invece, ti ricordo che un’esposizione ripetuta a questi cibi rappresenta uno stimolo estremamente potente nell’educazione alimentare che stai costruendo giorno dopo giorno.

Lo so: è un tema importantissimo ed è per questo che l’ho trattato nel mio “Il libro dei Bimbi a tavola”, un libro che non è un semplice libro né un ricettario ma l’ABC della sana alimentazione per i tuoi bambini e per la tua famiglia.

Ma riprendiamo il tema dei dolci e dei nostri bambini… sebbene i meccanismi neurobiologici che sono alla base delle preferenze gustative di ognuno di noi siano estremamente complessi e la ricerca sia ancora in divenire, il rischio che si corre proponendo quantità eccessive di dolci ai bambini è quello di alimentare la loro innata ricerca di alimenti zuccherini [1]. Quella dei dolci, infatti, è una categoria di cibi che deve essere presente solo occasionalmente sulla nostra tavola [2] altrimenti i piccoli, abituati ad un costante livello di dolcezza, lo ricercheranno fino a prediligere inequivocabilmente alimenti eccessivamente melensi [3, 4].

Dolci per bambini o effetto “frutto proibito”?

Genitori, nonni e zii che negano in modo categorico l’accesso ad alimenti dolci, sono tutta un’altra storia. Anche durante le occasioni eccezionali di convivialità, come festività e ricorrenze, tendono ad escludere i bambini da una fetta di torta, un gelato, una piccola porzione di caramelle. Così facendo, se da una parte preservano i figli da quanto ti ho riportato sopra, possono comunque causare un danno di pari gravità.

L’atto del vietare certi alimenti, infatti, è causa di una paradossale ricerca del proibito. Questo meccanismo è particolarmente evidente nei nostri bambini e può portare a sviluppare una preoccupazione eccessiva nei confronti degli alimenti “sbagliati”. Quello che faranno i piccoli sarà cercare di rompere l’imposizione e, alla prima occasione, anche da non affamati, mangiare tanti, tantissimi di quei dolci mai ammessi sulla loro tavola [5, 6].

Chiamo questa risposta effetto “frutto proibito” e si tratta di un atteggiamento che si instaura nel momento in cui i bambini non sono stati abituati ad avere nella loro cassetta degli attrezzi nutrizionale gli strumenti giusti per mangiare, all’occorrenza e se gradito, anche il dessert.

Quando offrire dolci ai bambini?

Se sei arrivato fin qui avrai già capito che la chiave per una sana alimentazione che comprenda anche un consumo occasionale di dolci è la giusta via di mezzo. Riservare a questa categoria di alimenti una frequenza saltuaria di consumo, infatti, aggiunge valore a ciò che mangiano i piccoli.

Se escludiamo il periodo che va dagli 0 ai 2 anni compiuti in cui si raccomanda di non proporre alimenti contenenti zuccheri aggiunti se non in occasioni sporadiche [7], il consiglio che riservo alle famiglie che richiedono una mia consulenza è di trattare gli alimenti zuccherini ed i dolci in generale come qualsiasi altra pietanza. Ovvero inserendoli nel contesto di una dieta equilibrata e ricordando di proporli rispettando porzioni adeguate, come ho spiegato nel post che ti lascio di seguito e che trovi sulla mia pagina Instagram.

Un atteggiamento equilibrato che preveda anche l’offrire dolci per bambini ha la funzione di rendere queste pietanze un cibo come gli altri e non una ricompensa da guadagnare o, tantomeno, qualcosa di cui privarsi perché “non sano” e “sbagliato”. Non solo: come qualsiasi altro alimento, raccomando che vengano mangiati durante i pasti principali e gli spuntini. In altre parole: i dolci non sono un in più ma a tutti gli effetti un tassello della piramide alimentare per una sana alimentazione [2].

I dolci per bambini e la divisione delle responsabilità a tavola

Se mi segui da tempo saprai che sono la prima a mettere in pratica le indicazioni che divulgo. E, sempre se mi segui da tempo, saprai anche che sono contraria a categorici no a dolci, torte e caramelle, a barrette, cereali glassati e cioccolato, a frittelle, gelati e frutta candita… Al momento di comporre un pasto equilibrato, seguendo le raccomandazioni delle fonti più autorevoli (e magari concentrandoti anche nel preparare un Piatto sano, come ti ho mostrato in questo approfondimento), aggiungere – occasionalmente – un piccolo dolcetto non potrà che essere un’esperienza arricchente per i nostri bimbi.

L’educazione alimentare di cui quotidianamente parlo nei miei canali social, dopotutto, si basa su una relazione di fiducia che coinvolge genitori e figli in quella che considero la vera regola aurea dei pasti in famiglia: la divisione delle responsabilità. Secondo questa impostazione, i genitori sono responsabili di cosa, quando e dove mangiare, badando a:

  • offrire pasti equilibrati;
  • stabilire orari regolari per i pasti;
  • creare un ambiente piacevole e salutare nel quale mangiare.

Dal canto loro, i bambini hanno il ruolo non secondario di stabilire se e quanto mangiare. Questo significa che il compito dei più piccoli è ascoltare il loro corpo e decidere in autonomia quanto cibo mettere nel piatto, fidandosi dei loro segnali di fame e sazietà, in base al principio dell’autoregolazione. Seguendo queste linee guida aiuterete i vostri bambini a sviluppare un rapporto sereno con il cibo e, perché no, anche con i dolci [8].

Dolci-e-bambini

I miei 3 consigli pratici per offrire al meglio dolci ai bambini

Ed eccoci arrivati a questa piccola guida in cui ricapitolo in 3 punti come offrire al meglio dolci ai tuoi bambini. Pronto a fare tesoro di queste indicazioni?

Proponi i dessert a tavola, all’interno di un pasto o di uno spuntino

Ti spiego perché: spesso i dolci non sono sazianti ed è bene accompagnarli con altri cibi che stimolino il senso di sazietà. Un esempio può essere un bel frutto maturo, magari tagliato in modo pratico e simpatico per stimolare la curiosità dei più piccoli. Il momento della merenda, a mio parere, è perfetto per inserire occasionalmente un dolcetto perché i bambini imparino a gestire al meglio anche queste pietanze golose e colorate. Un esempio? Trovi un reel che ti spiegherà tutto sul mio profilo instagram;

Considera i dolci per bambini come qualsiasi altra tipologia di cibo

Non è mai una buona idea aggiungere un valore morale a questi alimenti: non si devono meritare con comportamenti virtuosi o con voti alti, non sono un premio da riscattare in caso si finisca tutta la verdura. I dolci per bambini sono solo… dolci!

Non trattare i dolci per bambini come una ricompensa (o una punizione, se è per questo)!

Ricorrere al «Mangia tutto e potrai avere il dolce», oppure «Fai i compiti e ti meriti una bella fetta di torta», ma anche «Comportati bene e nel pomeriggio passiamo a prendere il gelato» non sono ottime strategie.

A questo punto cos’altro aggiungere, caro genitore, se non ricordati che i dolci per bambini sono un ottimo banco di prova per testare il rapporto che si instaura giorno dopo giorno tra il tuo piccolo ed il cibo che porti in tavola.

Non sei sicuro su come fare? Ricordati che il mio “Bimbi a tavola” aspetta solo te!

Bibliografia e sitografia

[1] Nicklaus, S., Boggio, V., Chabanet, C., & Issanchou, S. (2005). A prospective study of food variety seeking in childhood, adolescence and early adult life. Appetite44(3), 289–297. https://doi.org/10.1016/j.appet.2005.01.006.

[2] Piramide alimentare transculturale. Società Italiana di Pediatria. Consultato il 7/12/2023 via https://sip.it/wp-content/uploads/2017/10/POSTER_PIRAMIDE.pdf.

[3] Appleton, K. M., Tuorila, H., Bertenshaw, E. J., de Graaf, C., & Mela, D. J. (2018). Sweet taste exposure and the subsequent acceptance and preference for sweet taste in the diet: systematic review of the published literature. The American journal of clinical nutrition107(3), 405–419. https://doi.org/10.1093/ajcn/nqx031.

[4] Ventura, A. K., & Mennella, J. A. (2011). Innate and learned preferences for sweet taste during childhood. Current opinion in clinical nutrition and metabolic care14(4), 379–384. https://doi.org/10.1097/MCO.0b013e328346df65.

[5] Jansen, E., Mulkens, S., & Jansen, A. (2007). Do not eat the red food!: prohibition of snacks leads to their relatively higher consumption in children. Appetite49(3), 572–577. https://doi.org/10.1016/j.appet.2007.03.229.

[6] Birch, L. L., Fisher, J. O., & Davison, K. K. (2003). Learning to overeat: maternal use of restrictive feeding practices promotes girls’ eating in the absence of hunger. The American journal of clinical nutrition78(2), 215–220. https://doi.org/10.1093/ajcn/78.2.215.

[8] ELLYN SATTER’S DIVISION OF RESPONSIBILITY IN FEEDING. Ellyn Satter Institute. Consultato il 7/12/2023 via https://www.ellynsatterinstitute.org/wp-content/uploads/2015/08/ELLYN-SATTER’S-DIVISION-OF-RESPONSIBILITY-IN-FEEDING.pdf.

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