Latte per bambini: oggi rispondo a tutte le tue domande!
Ogni giorno Verdiana si sveglia, scende dal letto, apre Instagram e… trova almeno dieci domande che riguardano il latte per bambini!
Per questo motivo ho deciso di raccoglierle, di scegliere quelle più frequenti e di rispondere, utilizzando questo articolo, dove posso parlartene ampiamente.
Iniziamo già dalla definizione di lattante che confonde sempre molto: un bambino viene chiamato “lattante” nell’età in cui viene nutrito prevalentemente con il latte.
Quindi fino a che età? Fino a quando non si arriverà allo svezzamento, che solitamente si inizia fra i sei e i sette mesi di vita.
Passiamo ora alle domande frequenti che mi vengono poste sul latte per bambini, con cui spero di potervi essere utile.
Prima, però, ti riporto un estratto dell’OMS:
L’organizzazione mondiale della Sanità (OMS) raccomanda che i neonati vengano allattati in modo esclusivo per i primi sei mesi di vita per ottenerne crescita, sviluppo e stato di salute ottimali. È consigliato che il bambino continui ad essere allattato al seno passati i sei mesi, fino al compimento dei due anni e oltre, allo stesso tempo fornendogli cibi complementari sicuri e adeguati così da venire incontro a esigenze nutrizionali in continua evoluzione.
Latte per bambini artificiale: sì o no?
Lo dico senza tanti giri di parole: latte artificiale “sì”. Questo solo nel caso in cui la mamma non è fisicamente in grado di allattare o decide di non voler allattare, per motivi personali o di salute.
Questa sembra una frase scontata, oggi ci troviamo sempre di più di fronte a consigli da parte di professionisti del settore che, invece di aiutare le mamme in difficoltà con l’allattamento, come prima cosa consigliano l’integrazione con il latte artificiale.
Sai che esiste una legge che vieta la pubblicizzazione del latte artificiale? Ebbene sì, esiste davvero ma viene davvero poco rispettata, come possiamo vedere.
Questo Codice Internazionale è stato varato proprio per garantire ai bambini un’alimentazione appropriata.
Sai che solo il 39% dei bambini entro i 4 mesi viene esclusivamente allattato? Proprio per questo motivo si dovrebbero fare delle campagne di promozione dell’allattamento, non del latte artificiale per bambini!
Lo so: le mamme che non hanno potuto o voluto allattare a volte si sentono in colpa o giudicate. Al giorno d’oggi, però, è l’allattamento al seno ad essere ancora una volta in pericolo. Non esistono strutture a supporto sufficienti e non esiste una condivisione da parte di tutti i professionisti a supporto. Proprio per questo non mi sento di demonizzare chi non ha potuto allattare, voglio, invece, dare la giusta carica a chi si trova in difficoltà nel chiedere aiuto alle figure di supporto, come consulenti allattamento ed ostetriche.
“Usare il latte artificiale è facile”: è davvero così?
Spesso si pensa che l’utilizzo del latte artificiale vada a vantaggio della gestione del bambino: non è così. Le formule necessitano di precisi protocolli per essere riattivate, specialmente quelle in polvere, e queste procedure sono da seguire attentamente per preservare la salute dei bambini.
Altro aspetto importante e sicuramente da non sottovalutare è che le formule di latte artificiale sono altamente costose: perchè quindi incentivare l’utilizzo di questo latte anziché promuovere e supportare l’allattamento al seno?
Sono domande che trovano risposta in un retaggio culturale che ci portiamo avanti da anni, avvenuto nell’era dell’industrializzazione alimentare. Qui le campagne pubblicitarie hanno lavorato sia sulle persone, sia sui professionisti, che dovrebbero essere sopra le parti nel processo delicato dell’allattamento al seno.
Fino a che età il latte è indispensabile?
Il latte dopo l’anno di vita non è più indispensabile e deve limitarsi ad un quantitativo di circa 250 ml, ovvero un bicchiere. Da linee guida possiamo inserire anche una porzione di yogurt, che appartiene sempre alla categoria dei latticini.
Come ho detto poco fa, a partire dai sei o sette mesi inizia la fase dello svezzamento: qui si devono diminuire piano piano le quantità di latte assunte dal bambino.
Per capire quali alimenti, in che quantità, come combinarli tra loro e imparare a fornirli in sicurezza al tuo bambino ho creato il video corso svezzamento, che può rispondere a tutte queste domande in modo completo.
Latte vaccino durante lo svezzamento: si può dare?
Durante il primo anno di vita sconsiglio vivamente l’introduzione del latte vaccino. Perchè? Perchè se sostituito al latte materno o artificiale sbilancia l’apporto proteico alimentare complessivo.
In parole più semplici, significa che il suo contenuto non è idoneo all’alimentazione quotidiana del tuo bambino perchè troppo ricco di proteine.
É importante, però, ricordare che piccole quantità all’interno di preparazioni come purè e besciamella, tuttavia, non sono un problema.
Un’altra cosa importante da sapere è che anche lo yogurt appartiene alla categoria dei latticini. Per questo motivo non va usato in abbondanza: consiglio di partire con una piccola quantità, ovvero mezzo vasetto (60 g) da fornire a giorni alterni.
Che latte dare ai bambini non allattati da 6 a 12 mesi?
Su questo argomento c’è un acceso dibattito che vede in campo diversi pareri: OMS, pediatri e nutrizionisti.
In definitiva le indicazioni di molti pediatri sono di passare al latte 2 dopo i 6 mesi e successivamente al latte 3 dopo l’anno. Questo va in netto contrasto con quanto riportato dal World Health Assembly: “la pratica … di fornire ai lattanti latte di formula speciale, i cosiddetti ‘follow-up milks’ o “latti di proseguimento”, non è necessaria”.
Analizzando le formule da un punto di vista nutrizionale, abbiamo delle differenze a livello di alcuni parametri come ferro, zinco e varie vitamine che sono molto grandi rispetto al latte materno. In definitiva queste formule non devono assolutamente essere utilizzate nei bambini prima dei sei mesi, ma potrebbero comunque non essere dannose per i bambini in fase di svezzamento.
Dopo i 6 mesi si può decidere di proseguire con il latte 1 oppure scegliere il latte 2 fino ai 12 mesi, poiché ha un costo inferiore.
Dopo i 12 mesi puoi abbandonare il latte artificiale senza dubbio, inserendo nell’alimentazione di tuo figlio latticini o sostituiti vegetali nel caso di ragioni nutrizionali ed economiche.
Se stai allattando, tutto questo discorso non ti riguarda perchè non hai la necessità di introdurre latte artificiale nell’alimentazione del bambino.
Dopo l’anno di vita, latte vaccino o bevanda vegetale?
A questa domanda non esiste una risposta universale perchè dipende molto dalle abitudini della famiglia. Se, ad esempio, avete l’abitudine come adulti di consumare latte vaccino, non c’è nessun motivo per prediligere quello a base vegetale.
Il latte vegetale, infatti, non è più sano a priori, come molti pensano: anche quest’ultimo contiene calorie e di sicuro non può essere bevuto “come l’acqua”.
La scelta deve essere basate sulle vostra abitudini alimentari e di vita. Una o due porzioni di latticini sono indicate dalla nostra piramide alimentare: i veri problemi subentrano quando i quantitativi vanno ben oltre il bicchiere al giorno.
Anticipo già una tua domanda: intero o parzialmente scremato? Il latte parzialmente scremato viene “alleggerito” nelle quantità di grasso, ma non in fatto di proteine e calcio.
Quale preferire? Non esistono linee guida ferree in tal senso. Io consiglio il latte vaccino intero perchè la componente di grassi è comunque una componente importante, tuttavia non è sbagliato somministrare il parzialmente scremato, a seconda delle abitudini familiari.
Biberon o bicchiere?
Il mio consiglio è quello di non prolungare particolarmente il periodo di somministrazione del latte con il biberon. A partire dallo svezzamento si insegna gradualmente a bere con il bicchiere o con delle tazze infrangibili e adatte ai bambini.
Se questo non viene fatto, si rischia di continuare a dare il biberon al bambino fino ai tre o quattro anni di età dicendo: “Eh, ma con il bicchiere non riesce a bere, non so come togliergli il biberon”.
Spesso i genitori mi riferiscono di quantità di latte assunte con il biberon dopo l’anno pari a 600 ml e anche più. Questo perchè nella suzione del biberon esiste una componente di piacere che il bambino ricerca. Quello che beve, però, non è acqua, per cui si deve fare molta attenzione!
Quando il bambino passa alla tazza, il quantitativo di latte che beve è molto inferiore a quando lo faceva con il biberon: tutto nella norma! Questo accade perchè non c’è più l’elemento di piacere, ma scatta solo il bisogno nutrizionale.
Preciso una cosa: non servono bicchieri con beccucci se non in situazioni occasionali, altrimenti potrebbe tornare il problema del togliere anche questo tipo di ausilio.
Spero che questo articolo ti possa essere stato utile per fare chiarezza su alcuni “falsi miti” sul latte, che sono stati tramandati da fin troppo tempo!
Se sei una mamma che non ha allattato, voglio chiarire una cosa prima di arrivare alla conclusione.
Non devi sentirti in colpa se per qualsiasi motivo non hai allattato o non stai allattando il tuo bambino. Nessuno è qui per giudicarti. Come tecnico sanitario, però, ho il ruolo di informare più persone e professionisti possibili sul lavoro che si deve fare in supporto all’allattamento al seno.
Non sei meno mamma solo perchè non hai allattato!
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