Ricatto emotivo e alimentazione dei bambini: parliamone!
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«Se non mangi tutta la verdura, non puoi avere la tua fetta di dolce!», «Niente gelato, se non finisci di fare tutti i compiti!», «Mai più coca cola, se prima non mangi la frutta». Ti sei riconosciuto in queste frasi? Molti di noi sono cresciuti con questo tipo di comunicazione punitiva, fatta di imposizioni e di obblighi.
Non c’è che dire: il messaggio arriva forte e chiaro. Ovvero, ci sono cibi che vanno meritati, che rappresentano dei premi e che dobbiamo, in un modo o nell’altro, guadagnare. E poi c’è… tutto il resto: alimenti spesso meno buoni come i vegetali – che poi non è mica vero: in realtà le verdure, adeguatamente cucinate, sono delle prelibatezze! –, ma che devono essere mangiati perché si fa così, o perché fanno bene. Oppure, ancora, cose che con la sana alimentazione non c’entrano proprio nulla: fai prima i compiti, riordina la stanza, comportati bene, rifai il letto…
Una comunicazione di questo tipo è dannosa su più livelli e rappresenta un vero e proprio ricatto emotivo che nulla ha a che fare con la sana alimentazione. Anzi, ti dirò che è una delle ragioni per cui non si instaura un sereno rapporto con il cibo.
In questo articolo ti parlerò proprio di questo aspetto comunicativo e ti fornirò il mio decalogo personale di cose da dire e da non dire per non cadere nel tranello dei ricatti emotivi a tavola. Ma iniziamo dal principio.
Ricatto emotivo: di cosa si tratta
So cosa stai pensando, perché mi sono chiesta anche io se fosse il caso di svestire i panni della dietista pediatrica con discorsi che esulano un po’ dalla pratica clinica. Ma poi, veloce come mi è venuto in mente, ho subito scacciato queste titubanze perché non è così: il mio compito non si esaurisce nell’indicarti cosa mangiare, ma include anche il come ci si rivolge a tutto ciò che concerne il cibo. Perché, vedi, il percorso educativo di tuo figlio prevede anche tutto ciò che si apprende durante i preziosi momenti condivisi a tavola, sia in famiglia che a scuola. Ed il modo in cui parliamo con lui di cibo e alimentazione influenza il suo rapporto con questi aspetti indispensabili per la sua salute [1].
In questo reel ho affrontato la questione legata ai ricatti emotivi che a volte vengono attuati da genitori, nonni e – ahimè! – anche da insegnanti ed educatori per far mangiare i bambini.
E devo dirti che in seguito alla pubblicazione di questo contenuto ho ricevuto tante, tantissime richieste di spiegazioni. Proprio da questi preziosi momenti di confronto nasce questo approfondimento! Ma è importante, prima, capire cos’è un ricatto emotivo e qual è il ruolo che deve avere un educatore per evitare una comunicazione così dannosa per i piccoli.
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Il ricatto emotivo è una forma di manipolazione psicologica in cui una persona usa le emozioni come mezzo di coercizione. Lo scopo di questo atteggiamento è cercare di controllare le azioni di un altro individuo tramite la colpa, la paura, o l’obbligo. La persona che attua il ricatto emotivo, spesso, minaccia, esplicitamente o implicitamente, di punire la vittima attraverso rifiuto, rabbia, abbandono, o attraverso altri comportamenti manipolativi se la vittima non compie determinate azioni. Le persone coinvolte in situazioni di ricatto emotivo possono trovarsi a dover compiere scelte che non farebbero normalmente, sentendosi spinte da un senso di obbligo o per evitare conflitti o conseguenze negative.
Il ricatto emotivo può avere un impatto significativo sulla salute mentale e sul benessere della persona che lo subisce. Identificarlo e affrontarlo richiede consapevolezza, supporto e, spesso, l’intervento di un professionista della salute mentale.
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Il ricatto emotivo nell’alimentazione del bambino
Quella che ti ho riportato nelle righe precedenti è la definizione di ricatto emotivo. So che, come me, hai provato un senso di fastidio al pensiero di aver rivolto a tuo figlio una trappola fatta di parole ed emozioni. Ma voglio che tu sappia che ti capisco: tutti noi, da piccoli, abbiamo vissuto queste situazioni. E, in un modo o nell’altro, le abbiamo replicate da adulti, chi più chi meno. In fin dei conti, siamo il frutto dell’educazione che abbiamo ricevuto ed i meccanismi di questo tipo di comunicazione sono radicati nella nostra crescita.
Però sei qui a leggere questo articolo, perché, evidentemente, qualcosa non ha funzionato. Insomma, sei consapevole del fatto che non c’è spazio per il ricatto emotivo nell’alimentazione dei bambini.
Associare un valore morale al cibo non è mai una buona idea
Spesso, nel corso delle mie consulenze o nei direct che ricevo quotidianamente sui social, mi vengono raccontate storie legate al cibo, non sempre associate ai bambini, ma anche ad adulti che, a loro volta, in tenera età hanno subito veri e propri atti di forza a tavola. Quando faccio riflettere le persone su questo punto, siamo tutti concordi nel dire che sono comportamenti sbagliati. Ma, quando poi si tratta di evitare replicarli, la maggior parte dei genitori mi risponde: «Se non faccio così, non mangia!».
Uno studio sul tema, non a caso, racconta di una vera e propria battaglia (food fight, la chiama) e sottolinea come questa situazione ritrae i genitori intenti a riproporre le stesse dinamiche che hanno vissuto ed appreso [2].
E le motivazioni sotto queste coercizioni possono essere diverse, ma la vera paura di un educatore – e lo so bene, con due bimbe gemelle – è il non fare abbastanza nel trasmettere le cose importanti ai propri piccoli. Allora ecco che arrivano le minacce e le punizioni… sono a fin di bene, è vero, ma sempre di ricatti emotivi si tratta. E, come tutte le comunicazioni improntate sulla coercizione, spostano il focus dalla cosa davvero importante (ovvero la salute a tavola) al valore morale di un eventuale successo o fallimento nel raggiungere la priorità del momento. Con l’aggiunta di piantare nella psiche dei più piccoli il piccolo seme del rifiuto nei confronti di uno o più alimenti [3].
Come parlare di cibo ai bambini
So che l’argomento è vastissimo e non voglio esaurirlo in queste poche righe. Ne ho parzialmente scritto in un articolo incentrato su come far mangiare le verdure ai bambini, a cui ti rimando se desideri approfondire questo focus specifico. Per trasmetterti, però, i giusti concetti connessi all’importante tema del ricatto emotivo legato all’alimentazione, ti riporto i punti che reputo indispensabili in una comunicazione corretta e rispettosa con il tuo piccolo riguardo il cibo e ciò che ruota attorno ad esso.
Ti consiglio di evitare [1, 2, 3]:
- i ricatti emotivi. «Mangia, altrimenti mamma o papà diventano tristi», oppure «Nonna l’ha preparato apposta per te: finiscilo, dai!», possono alterare la percezione del cibo e della socialità.
- di sminuire le sensazioni di fame e sazietà del tuo bambino, che tu non puoi esplorare come fa lui in prima persona;
- usi impropri del cibo: non impiegare il cibo come premio o punizione. Frasi come «Se non mangi tutto, non puoi andare a giocare», non solo creano un rapporto malsano con la tavola, ma possono confondere e angosciare tuo figlio.
- il gusto del mangiare: godere dei vari sapori, apprezzare texture differenti e suggestive, aromi e colori dei cibi, per un tripudio di gusto;
- l’importanza della condivisione e il valore della convivialità: le popolazioni che seguono la Dieta mediterranea – non smetterò mai di dirlo – accolgono il cibo non solo come nutrimento, ma come atto di relazione e appartenenza alla famiglia. Le persone più longeve e in salute, insomma, sono quelle che coltivano le relazioni anche a tavola. Le ricerche confermano, insomma, che vale davvero la pena tentare una nuova strada.
Imparare a stare a tavola, tutti insieme
Bene: allora come si può rendere il momento del pasto una piacevole parentesi nella giornata, senza scadere nei ricatti e in spiacevoli litigi? La mia risposta è: impostando delle regole (adatte a tutti) a tavola. E parlo di insegnare ai bambini l’importanza di:
- usare correttamente le posate (in base all’età, ovviamente);
- sedersi a tavola e rimanerci per un tempo adeguato a consumare l’intero pasto (compatibile anche questo con l’età del bambino);
- rispettare il momento di condivisione come attività che interrompe le altre previste nel corso della giornate;
- dare il giusto valore al cibo che è stato preparato a casa, così come a scuola.
Questo ultimo punto, in particolare, prevede un’importante lezione che devi comunque impegnarti ad insegnare ai tuoi figli: solo coinvolgendoli nella routine della preparazione dei pasti, dalla spesa in poi, potranno capire il lavoro che c’è dietro una semplice pietanza condivisa dalla famiglia.
Tutto questo lo apprendono i bimbi, ma lo apprendiamo anche noi al loro fianco, dando per primi l’esempio in quanto adulti ed educatori. Ma per farlo dobbiamo permettere ai nostri piccoli di avere il loro tempo ed il loro spazio per capire il valore della convivialità e del cibo, senza forzature e ricatti [5].
Il mio decalogo per bandire il ricatto emotivo della tavola delle famiglie
So che ti ho già dato tanti spunti su cui riflettere, ma desidero comunque consegnarti altri messaggi per non lasciare tutto al caso. Quello che segue è il mio decalogo per bandire il ricatto emotivo dall’alimentazione di tuo figlio… e di tutta la famiglia!
non forzare i bambini a mangiare quando esprimono riluttanza attraverso commenti come «Io non mangio!», «Non lo voglio!» o «È disgustoso!».
Prova ad adottare un approccio più flessibile e meno conflittuale: spesso i bambini, sia piccoli che grandi, esprimono chiaramente le loro opinioni sui pasti. Costringerli a mangiare è una tattica che può che renderli ancora più restii.
un’alternativa efficace è invitare il bambino a mangiare rispettando il tempo necessario per lui. Prova a dire: «Puoi mangiarlo quando sei pronto: non abbiamo fretta».
È utile stabilire che il piccolo rimanga seduto a tavola per un tempo ragionevole, adatto alla sua età, dopodiché può essere libero di alzarsi.
ricorda che è normale che ci siano giorni in cui il tuo bambino ha meno appetito e giorni in cui, invece, mangia una doppia razione di tutto!
Non sono capricci, ma si tratta della semplice variabilità che ognuno di noi vive. Anche a te sarà capitato di certo di avere più o meno fame, da un giorno ad un altro.
ti voglio rassicurare del fatto che un singolo pasto non influisce significativamente sulla varietà dell’alimentazione di un bambino.
Succederà che un giorno non assaggi il suo riso e piselli ma si divori la zucca arrosto. Il successivo, invece, non vorrà proprio sentir parlare di pesce mentre sbocconcellerà a mala pena un pezzettino di pane dopo aver mangiato la pasta con il formaggio. Insomma, tutto nella norma!
Quello è importante, invece, è che la sua settimana alimentare sia complessivamente bilanciata. Che il singolo pasto squadri perfettamente con non so che media ponderata al milligrammo di macro- e micro-nutrienti non importa a nessuno!
prova a portare in tavola almeno una pietanza su cui vai a colpo sicuro.
Possono capitare giornate un po’ più difficili, anche se il tuo bambino non vive situazioni di picky eating e selettività alimentare. Un consiglio che ti voglio dare è di proporre qualcosa che il tuo piccolo desidera mangiare. Certo: non è una dinamica che potrai attuare ad ogni occasione! E questo perché, come ho detto fin da subito, il tuo compito come genitore è anche quello di educare e non lo puoi fare limitandoti ad assecondare ogni sua richiesta.
devi avere il coraggio di servire i cibi che vuoi che tuo figlio assaggi. Sembra banale, ma se non servi mai un determinato alimento, il tuo piccolo non lo mangerà.
E questa, mi dispiace dirlo, è una delle ragioni per cui i bambini possono diventare più schizzinosi nel tempo. Con questo, però, non voglio dire che non ti capisca. Anzi! Nessuno vuole sprecare cibo o preparare cose che il proprio figlio rifiuta sempre, ma i bambini – tutti, non solo quelli schizzinosi – spesso hanno bisogno di molte esposizioni prima di convincersi a mangiare un determinato alimento. Alcuni necessitano di centinaia di contatti con il cibo… ma tranquillo: questo non significa sia necessario proporre 100 pietanze diverse che si basano sulla stessa materia prima.
Con esposizione si intende qualsiasi cosa che comporti un punto di incontro con il cibo. Dal guardare un nuovo alimento, all’acquistarlo insieme al supermarket, al masticarlo e deglutirlo, all’aiutare in cucina con una preparazione a portata di bimbo. Insomma: prova e riprova!
hai mai provato con le micro-porzioni? Ne ho parlato quando ti ho raccontato del gioco della bambina microscopica (o del bambino microscopico). Questa strategia ha una doppia valenza: riduce lo spreco alimentare ed espone il tuo piccolo al cibo per lui complicato da gestire, come ti spiego di seguito:
- permette di ridurre la quantità di cibo preparato e non consumato se tuo figlio non lo gradisce. Le piccole porzioni sono anche meno opprimenti per il piccolo, che non si sentirà costretto a dover mangiare quantitativi enormi di un cibo difficile. Ti faccio un esempio pratico che sono certa saprà spiegarti tutto meglio di mille altre parole: se non ti piacciono i fagiolini, averne una quantità esagerata nel piatto può essere motivo di fastidio; diversamente, quando hai un solo fagiolino nel piatto, l’esperienza risulta gestibile! Ci avevi mai pensato?
- contribuisce alle esposizioni dell’alimento: quel singolo fagiolino – che, per alcuni bambini, potrebbe comunque sembrare la fine del mondo: per loro è meglio lasciare i fagiolini o l’alimento incriminato fuori piatto! – conta comunque come un’esposizione. Questo contatto, se pure indiretto, alla lunga aiuterà a normalizzare l’esperienza.
uno dei ricordi più belli che ho con le mie figlie non è legato ad un singolo evento accaduto attorno al tavolo, ma è senza dubbio connesso alla sensazione di divertimento che ci accompagna al momento del pasto.
Mangiare deve essere questo: gioia, relax, felicità, senso di completezza… non deve essere sinonimo di ricatto emotivo. Anche nel caso in cui molti bambini non dimostrassero di voler imparare ad apprezzare i cibi.
Ricorda poi che spesso i piccoli non sono interessati a quello che accade attorno al tavolo perché sono esclusi dalla scelta e preparazione delle pietanze pensate per la famiglia. includerli in questo processo è sempre una buona idea!
keep calm!
Eh sì: ho riservato per penultimo questo suggerimento che forse è tra i più preziosi. Mantieni un atteggiamento rilassato e non preoccuparti se il tuo bambino non magia come vuoi tu! Ricordati che un’alimentazione bilanciata si fonda su un equilibrio di ampio respiro, che resiste a qualche piccola eccezione. Non succede nulla se non si finisce tutto il piatto di pasta e legumi, oppure se la verdura viene ignorata per una sera: quello che conta è l’equilibrio complessivo nella dieta!
e a proposito di strategie… non puoi lasciarti scappare 4 miei ebook che ti aiuteranno di certo! Ritroverai molti dei miei suggerimenti che ho condiviso in questo articolo, ma anche tanti altri contenuti inediti!
- E parlo del mitico Trucchi e strategie a tavola con i bambini, che ti consegna le chiavi per uscire dalle situazioni difficili di crisi a tavola, in cui i ricatti emotivi sono dietro l’angolo.
- Non può mancare, poi, l’ebook delle Verdure golose, perché… beh: serve davvero dire che la verdura è un problema costante nell’alimentazione dei bambini? Ecco, con questo libro digitale potrai capire al meglio come gestire le porzioni e, più in generale,l’esposizione all’alimento. Non mi sono certo risparmiata quanto a ricette: troverai tante prelibatezze da portare a tavola, rispettando uno dei concetti chiave per una sana alimentazione, ovvero la varietà. E, come immagini, questo aspetto è cruciale, soprattutto se il tuo bambino rifiuta spesso il cibo ed è molto selettivo.
- Ed eccoci al reale game changer quando si tratta di varietà a tavola: i miei Menù per tutta la famiglia, declinati nella versione stagionale. Questi libri digitali ti permettono di spaziare dalle preparazioni dei soliti 10 piatti! Un vero portento per chi è alla ricerca di idee!
- Ultimi, ma non per importanza, i libri digitali che ti propongono tutto il buono delle Colazioni in famiglia, ma anche delle merende, degli spuntini, degli spezzafame o di inediti dopo pasto! Ti aspetto con tutta la mia selezione di ricette per pasti equilibrati e mai scontati!
Ecco, caro genitore, spero di aver intrattenuto con te un dialogo fatto di comprensione e non giudizio. In questo viaggio che porta alla consapevolezza del metodo educativo, io sono al tuo fianco per supportarti come posso. E, diciamolo ancora una volta, non per raggiungere la perfezione, che non esiste nemmeno a casa di una dietista!
Chiudo in bellezza questo lungo articolo con un gioco che desidero davvero tu abbia: si tratta del memory più gioioso, colorato e appetitoso che c’è! Sto parlando di Food memory match, un libro digitale che puoi avere gratuitamente inserendo il codice sconto MEMORY al momento del check out. Perché ho creato Food memory march? Per aiutare i tuoi bambini a familiarizzare con i cibi di un’alimentazione sana e bilanciata abbracciando il divertimento e bandendo la noia!
Perché giocare fuori dalla tavola con il cibo è importante per aiutare il tuo piccolo ad avere un rapporto più sereno una volta che arriva il momento di mangiare tutti insieme!
Bibliografia e sitografia
[1] Oliveira S, Pires C, Ferreira C. Does the recall of caregiver eating messages exacerbate the pathogenic impact of shame on eating and weight-related difficulties? Eat Weight Disord. 2020 Apr;25(2):471-480. doi: 10.1007/s40519-018-0625-8. Epub 2018 Dec 11. PMID: 30539514.
[2] Wilk, Richard. “Power at the Table: Food Fights and Happy Meals.” Cultural Studies ↔ Critical Methodologies 10 (2010): 428 – 436.
[3] Batsell WR Jr, Brown AS, Ansfield ME, Paschall GY. “You will eat all of that!”: a retrospective analysis of forced consumption episodes. Appetite. 2002 Jun;38(3):211-9. doi: 10.1006/appe.2001.0482. PMID: 12071687.
[4] Ministero della Salute. Corretta alimentazione ed educazione nutrizionale nella prima infanzia. FAQ. 2016. Consultato il 16 maggio 2024 via https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2520_allegato.pdf.
[5] Rossi L, Martone D, Piccinelli R, Buonocore P, Ghiselli A; Working Group on Pediatric Nutrition of Italian Dietary Guidelines. Considerations for the translation of nutrient recommendations as dietary plans for infants, children, and adolescents as reported in Italian Guidelines for healthy eating. Front Nutr. 2022 Aug 25;9:935963. doi: 10.3389/fnut.2022.935963. PMID: 36091229; PMCID: PMC9452650.
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